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Alle pendici d
el colle Celio,  nel luogo ove furono le scale del tempio dell'imperatore Claudio,  divinizzato da Nerone, sorge un palazzotto realizzato dall'architetto  Nicola Salvi -l'autore della Fontana di Trevi- sede di un museo  denominato Antiquarium Comunale .   Nel giardino sono esposti elementi architettonici di tutti gli stili  adottati dai Romani, varie fogge di mosaico pavimentale, diverse stele  funerarie ed altri elementi ornamentali, un campionario completo dei  marmi pregiati provenienti da ogni parte dell'Impero romano. All'interno  si conservano importanti affreschi antichi, staccati dai muri delle  case scavate dagli archeologi nell'Ottocento e nel Novecento. Vi sono  poi reperti relativi agli impianti idraulici: tubi di piombo, pompe e  quant'altro attinente agli acquedotti ed alla distribuzione dell'acqua  pubblica. Ma l'oggetto più prezioso dell'Antiquarium è il corredo  funerario della giovane romana Crepereia Tryphaen, il cui sarcofago fu ritrovato nel 1889 durante gli scavi per la costruzione del palazzo di Giustizia sul Lungotevere.       
Questa  ragazza vissuta nel II secolo dopo Cristo, morì intorno ai vent'anni,  forse di parto, dopo un breve matrimonio. Quando novella sposa si  trasferì nella sua nuova casa, recò con se un giocattolo al quale  -evidentemente- era molto legata: una "pupa", una bambola d'avorio con il suo corredo. La bambola è alta circa 20 centimetri ed ha le articolazioni snodate alla spalla, all'anca e persino al gomito  ed al ginocchio,  snodi che nemmeno oggi possiede la più famosa delle bambole. Le mani  hanno le unghie, i piedi sono perfettamente delineati ed il volto,  decisamente bello, è sovrastato da capelli disposti in un'acconciatura  di sei trecce raccolte sul capo a corona, la pettinatura tradizionale  delle spose romane. Nella vetrina sono esposti la scatola che doveva  contenere gli abiti della bambola ed un piccolo pettine. Vi sono inoltre  anelli ed altri gioielli di Crepereia, non particolarmente preziosi, ma  di discreta fattura. 
E' commovente osservare  quest'oggetto così raffinato che è giunto sino a noi dopo quasi duemila  anni, una testimonianza dell'amore di chi lo donò e dell'attaccamento di  una fanciulla ad un giocattolo a lei talmente caro da chiedere di  portarlo nell'ultimo viaggio ed averlo con se per sempre.
Link:
http://megasalexandros.limewebs.com/blog/?p=86 (Blog "Megas Alexandros")
http://www.lorenzograssi.it/archivio/Barbie.pdf ( "Quelle barbie dell'antichità" di Lorenzo Grassi, Articolo apparso su "Metro, Roma", 06/06/2006) 


1 commenti:
Grazie per avere ripreso la storia di questa stupenda bambola. Complimenti per il blog che devo ancora leggere bene, molto interessante anche la mappa concettuale.
Luisa di creiamobambole
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