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Per il prof Marchis: "Le ho inviato un'email sul contatto vmarchis@libero.it"
Blog di approfondimento del corso di "Storia della tecnologia" del prof.re Vittorio Marchis

el colle Celio, nel luogo ove furono le scale del tempio dell'imperatore Claudio, divinizzato da Nerone, sorge un palazzotto realizzato dall'architetto Nicola Salvi -l'autore della Fontana di Trevi- sede di un museo denominato Antiquarium Comunale . Nel giardino sono esposti elementi architettonici di tutti gli stili adottati dai Romani, varie fogge di mosaico pavimentale, diverse stele funerarie ed altri elementi ornamentali, un campionario completo dei marmi pregiati provenienti da ogni parte dell'Impero romano. All'interno si conservano importanti affreschi antichi, staccati dai muri delle case scavate dagli archeologi nell'Ottocento e nel Novecento. Vi sono poi reperti relativi agli impianti idraulici: tubi di piombo, pompe e quant'altro attinente agli acquedotti ed alla distribuzione dell'acqua pubblica. Ma l'oggetto più prezioso dell'Antiquarium è il corredo funerario della giovane romana Crepereia Tryphaen, il cui sarcofago fu ritrovato nel 1889 durante gli scavi per la costruzione del palazzo di Giustizia sul Lungotevere.
Questa ragazza vissuta nel II secolo dopo Cristo, morì intorno ai vent'anni, forse di parto, dopo un breve matrimonio. Quando novella sposa si trasferì nella sua nuova casa, recò con se un giocattolo al quale -evidentemente- era molto legata: una "pupa", una bambola d'avorio con il suo corredo. La bambola è alta circa 20 centimetri ed ha le articolazioni snodate alla spalla, all'anca e persino al gomito ed al ginocchio, snodi che nemmeno oggi possiede la più famosa delle bambole. Le mani hanno le unghie, i piedi sono perfettamente delineati ed il volto, decisamente bello, è sovrastato da capelli disposti in un'acconciatura di sei trecce raccolte sul capo a corona, la pettinatura tradizionale delle spose romane. Nella vetrina sono esposti la scatola che doveva contenere gli abiti della bambola ed un piccolo pettine. Vi sono inoltre anelli ed altri gioielli di Crepereia, non particolarmente preziosi, ma di discreta fattura.
E' commovente osservare quest'oggetto così raffinato che è giunto sino a noi dopo quasi duemila anni, una testimonianza dell'amore di chi lo donò e dell'attaccamento di una fanciulla ad un giocattolo a lei talmente caro da chiedere di portarlo nell'ultimo viaggio ed averlo con se per sempre.
Link:
http://megasalexandros.limewebs.com/blog/?p=86 (Blog "Megas Alexandros")
http://www.lorenzograssi.it/archivio/Barbie.pdf ( "Quelle barbie dell'antichità" di Lorenzo Grassi, Articolo apparso su "Metro, Roma", 06/06/2006)
Nella sua opera “Homo ludens” (1938) il saggista olandese Johan Huizinga sostiene che quattro sono le caratteristiche più importanti del gioco:
La pedagogia dell’ottocento e dei secoli esorta al gioco; il pedagogista tedesco F.Froebel (1782-1852) affermava che il gioco è la vera attività naturale del bambino e che dai giochi dipendono le future relazioni del bambino; tra l’800 e il 900 il pensiero di Dewey, della Montessori e di Piaget segneranno l’affermazione definitiva dell’attività ludica come componente fondamentale dello sviluppo del bambino.
Negli anni 20 e 30 del Novecento iniziarono e si svilupparono industrie del settore, soprattutto tedesche, che proprio tra le due guerre raggiungono l’apice della qualità nella produzione."C'è una tradizione sull'origine del capitello corinzio. Una fanciulla di Corinto, ormai in età da marito, morì per una malattia. Dopo il funerale, la sua nutrice raccolse tutti quegli oggetti (ninnoli e giocattoli), che le erano stati cari, in un canestro che depose sopra la tomba, coprendolo con una tegola, affinché quei ninnoli durassero più a lungo lì all'aperto. Il canestro fu casualmente appoggiato sopra una radice di acanto. Questa, schiacciata sotto il suo peso, all'inizio di primavera produsse foglie e viticci che, crescendo lungo i fianchi del canestro, furono costretti dagli angoli sporgenti della tegola a piegare la parte più alta delle loro fronde in forma di voluta. Callimaco, passando nei pressi della tomba, notò quel canestro circondato da tenere fronde. Fu attratto dall'originalità di quella composizione e pensò di riprodurla sui capitelli delle colonne a Corinto, determinandone le proporzioni. Così nacque il capitello corinzio".
Nel 1600 il filosofo e pedagogo inglese John Locke (1632-1704) affermava: “Tutti i giochi dei bambini devono essere volti a formare buone abitudini…..Ogni cosa che i bambini fanno in quella tenera età lascia loro qualche impressione, e da essa ricevono una tendenza al bene o al male…”
Uno dei personaggi più significativi del periodo è l'inventore del primo telaio automatico: Jacques de Vaucanson. Egli è inoltre famoso per aver costruito alcuni automi, tra i quali un piccolo flautista completamente automatizzato dotato di labbra mobili, una lingua meccanica che fungeva da valvola per il flusso dell'aria e dita mobili le cui punte in pelle aprivano e chiudevano i registri del flauto.Ma la sua più grande opera fu un'anatra, un automa di tale versatilità da non essere ancora stato superato. L'anatra poteva bere acqua con il becco, mangiare semi di grano e replicare il processo di digestione in una camera speciale, visibile agli spettatori; ognuna delle sue ali conteneva quattrocento parti in movimento, che potevano simulare alla perfezione tutte le movenze di un'anatra vera.
Voltaire fu cosi colpito da questi automi da battezzare Vaucanson "il rivale di Prometeo".
Verso la seconda metà del XVIII secolo avviene un cambiamento verso una maggiore espansione della fabbricazione dei giocattoli. La distribuzione avveniva sia attraverso i venditori ambulanti nelle fiere che nelle botteghe specializzate che, oltre ai tradizionali giocattoli, incominciavano a proporre giochi di carte, tombole, gioco dell’oca, abbecedari, immagini a stampa con immagini infantili.
Solo nel Rinascimento si verifica un vero salto di qualità per quanto riguarda il giocattolo.
avviene una significativa innovazione che secondo alcuni storici costituisce un segnale rilevante e una tappa importante per il riconoscimento della personalità infantile. Si è| « Quando si parte il gioco de la zara, colui che perde si riman dolente, repetendo le volte, e tristo impara; con l'altro se ne va tutta la gente; a cui porge la man, più non fa pressa; e così da la calca si difende. » |
Dante, Purgatorio, VI,vv.1-9










Chi conosce il film della Pixar Wall-e mi attribuirà l'errore di aver considerato il simpatico protagonista